Come orientarsi per trovare un istruttore mindfulness?

“Questo lavoro non ha a che fare con l’essere perfetti, qualunque cosa si voglia indicare con questo termine: ha a che fare con l’essere umani.” Jon kabat- Zinn
Cercando su internet “corsi mindfulness”, ci imbattiamo sempre di più in tantissime offerte, che se da un lato ci fanno capire quanto ormai la mindfulness sta diventando un settore molto diffuso e forse anche di moda, dall’altra però confondono e aumentano i rischi per i fruitori che rischiano di imbattersi in corsi inefficienti e/o di poco valore.
Con la popolarità della mindfulness sono cresciute in parallelo una quantità di proposte di percorsi spesso banalizzanti, riduttivi che promettono una conoscenza quasi magica in poco tempo della materia, sia per chi volesse diventare istruttore, sia per chi invece cerca un percorso personale.
La mindfulness, come sappiamo è una disciplina che ci insegna a stare nel presente, nel qui e ora, a essere consapevoli dei nostri pensieri, emozioni, sensazioni. È quell’arte di mettere in pratica la propria capacità di autoconsapevolezza, accogliendo il momento presente, in tutte le sue sfumature, in profondità, in modo aperto e disponibile.
Tutto sembra molto semplice; ci dicono che basta fermarsi, chiudere gli occhi e rimanendo attenti al nostro respiro potremmo accorgerci dei nostri pensieri emozioni e così via. Ma come sostiene J. Kabat-Zinn, padre della mindfulness “ la consapevolezza ( mindfulness) è semplice ma non facile”.
La mindfulness non è una tecnica, ma è una disciplina che ci permette di comprendere sempre più a fondo la natura della nostra mente e dell’esperienza umana e per capire e imparare le pratiche della consapevolezza, ci vuole tempo e dedizione, oltre ad avere una buona guida che ci insegni la via.
Sempre Secondo J. Kabat-Zinn: , “ci vogliono cinque anni di esperienza continuativa, dopo un training di base, perché un istruttore in formazione possa iniziare a essere considerato pronto, e che poi la capacità matura per tutto il resto della vita.” Dal libro “insegnare mindfulness: una guida di Rob Brandsma.
Un buon insegnante di mindfulness è colui che oltre ad avere un approfondita conoscenza di aspetti tecnici sofisticati, ha anche maturato una esperienza personale di meditazione di consapevolezza attraverso ritiri di meditazione con diversi insegnanti di Dharma (insegnamento del Budda). Portare avanti la propria pratica personale, è importante per un insegnante di mindfulness, perché permette di approfondire costantemente il cuore dell’anima umana.
Un buon insegnante è colui che cerca insieme “all’allievo”, che si interroga sui propri e altrui meccanismi mentali. E’ colui che porta con se la passione per la pratica e all’insegnamento, alimentata dal naturale e profondo bisogno del cuore di dare e fare del bene.
Un buon insegnante è anche colui che “incarna” la consapevolezza, intesa non come un ideale di perfezione, un immagine convenzionale di calma, gentilezza, saggezza, ma al contrario è colui che gestisce la propria imperfezione, che mostra la propria lotta per mantenere un atteggiamento consapevole, che mostra di essere un essere umano, come tutti, incline alle reazioni automatiche della nostra mente e del nostro cuore.
Quindi prima di iscrivervi ad un percorso mindfulness, oltre al prezzo del percorso e alla comodità del luogo fisico dove poter praticare il corso, assicuratevi che l’istruttore abbia questi requisiti: teoria, pratica, passione ed embodiment (incarnare).
Buona pratica!

istruttore Mindfulness
Per maggiori informazioni

Dottoressa Isabella Bonapace 
Psicologa Psicoterapeuta della Gestalt

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Buongiorno
come posso esserle utile?